Gentile direttore,
caro Clausi,
la cronaca di Cosenza di oggi dà alla mia conferenza stampa itinerante
ampio risalto, quasi due colonne e ben quattro foto. Conosco i limiti di spazio
e sinceramente ringrazio. Vorrei ringraziare anche la giovane xxxxxxx yyyyy che, interessata e partecipe, mi ha
accordato tempo e sincera curiosità. Vorrei però (c’è sempre un però) invitarvi
a maggiore sorveglianza sull’uso dei virgolettati che spesso vengono usati con
eccessiva disinvoltura. Nulla quaestio se fossero commenti, ne intendo
l’entusiasmo e le finalità tutte positive. Purtroppo però il 95% delle frasi a
me attribuite non sono mai state da me profferite. E non sono sottigliezze,
sulle quali avrei volentieri sorvolato. E’ proprio che dall’incipit all’excipit
quel testo non mi appartiene. Non sono così perentoria: “Da
quest’anno si cambia aria, si respira innovazione. Non ha più senso parlare di
pubblica istruzione …”. Ohibò! Ucciderei un amministratore così tronfio (e pure
così stronzio). Allo stesso modo, pur parlando di scuola, città e cittadinanza
attiva, non mi sono mai riferita ai bambini come “piccoli cittadini”,
ruffianeria da me aborrita. Tanto meno la visita alla biblioteca nazionale è
“per educarli al culto del libro”. Insomma, è la vecchia discordanza tra una
significazione benevola e il piano della significanza. Taglio corto, in
allegato poche righe di rettifica ma, vi prego, sorvegliate sulle virgolette.
(lettera a il Quotidiano della Calabria, 16 settembre 2011)
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