Ancora sulla questione degli
accorpamenti scolastici
“Di
cosa stiamo parlando?” è una domanda retorica che ha preso piede negli ultimi
tempi. Di solito si accompagna a un tono di voce indignato e serve a introdurre
una veloce esternazione: “è tutto sbagliato, è tutto da rifare”. Userò quella
figura senza quel tono di voce, senza il punto interrogativo e senza parole di
difficile comprensione per l’avvocato Paolini, per tentare di riepilogare le
questioni in campo. Riordino, accorpamento, piano di dimensionamento: stiamo
parlando di passare da 10 a “x” istituti comprensivi (infanzia, primaria e
secondaria di primo grado) con una soglia minima di 1000 iscritti. Un compito
complesso, che difficilmente può stare in una pagina di cronaca e che impegna
questo assessorato da più di due mesi. A volte in piena notte mi capita si
svegliarmi e di trovarmi a compitare 141 + 504 + 75… lo dico per rappresentare
un lavoro intenso e difficile, fatto di continue riflessioni che mal si
concilia con quella fotina, che di solito accompagna le mie dichiarazioni, e
che mi ritrae più giovane e sorridente.
Per
la definizione del piano ho incontrato prima i sindacati, ai quali è stato
chiesto di proporre un loro piano e - collegialmente – i dirigenti, che hanno
fatto pervenire i pareri dei relativi consigli d’istituto. Si è discusso di una
prima bozza di accorpamento a sei istituti. I sindacati convergevano su questo
assetto, i dirigenti hanno mostrato invece di preferire un’ipotesi a cinque,
che abbiamo prontamente realizzato (ne abbiamo simulata anche una a quattro).
Ne
ho parlato con diversi consiglieri comunali, senza distinguo
maggioranza/opposizione, tra questi anche il consigliere Paolini, del quale ho
accolto un prezioso suggerimento.
Assieme al Sindaco, ho ascoltato i genitori,
dirigenti e personale ATA delle scuole di via Roma. Ancora stamattina ho
nuovamente incontrato un rappresentante del personale ATA. Tanto per far capire
quanto mi ritenga superiore e infallibile, aperta ancora adesso ad ulteriori
modifiche migliorative.
Un
punto poco considerato è che i principali portatori d’interesse rispetto a una
legge tesa a razionalizzare, sono innanzitutto i dirigenti, gli insegnanti e il
personale ATA, che subiranno in qualunque caso gli effetti del piano, in
termini di spostamento fra le sedi di lavoro. I genitori invece, restano liberi
di iscrivere i propri figli nella scuola che soddisfi le loro aspettative di
istruzione e formazione, o semplicemente più comoda. Sono madre di una bimba di
sei anni, che nella sua breve età scolare ha già cambiato tre scuole. C’è chi
non è attrezzato per un sonnellino pomeridiano, c’è chi offre qualche stimolo
in più, può poi capitare di dover cambiare casa e di cercare una scuola più
facilmente raggiungibile. In ogni caso ho gratitudine per chi si è occupato e
si occupa al meglio della mia piccola. Quanto alla continuità educativa, credo
che bisognerebbe sviluppare alcuni strumenti, come ad esempio il diario di
bordo, un documento che nei vari passaggi di classe e d’istituto accompagni,
raccontandola, la vita scolastica dei bambini.
Alla
complessità dell’operazione si sommano i fraintendimenti. “Classismo” non è una
parola che appartiene al mio lessico. Al contrario, ho scritto, riferendomi ad
un recente episodio che ha coinvolto una scuola di Casali, che la pigrizia e
qualche pregiudizio prevalgono in alcuni frangenti, senza distinzioni di
classe. Ho poi parlato di “integrazione fra i diversi quartieri, di tutela delle scuole in decrescita e di
sottoutilizzo di plessi accoglienti e funzionali”.
Ricapitolo:
ipotesi a sei accorpamenti, margini troppo risicati rispetto al valore di 1000
iscritti, con il rischio di dover modificare gli assetti il prossimo anno.
Ipotesi a cinque: maggiore stabilità.
In
tutti i casi, l’accorpamento tra il 3° circolo (quasi 600 alunni) e la scuola
Media Zumbini (quasi 1000, di cui un centinaio provenienti dalla primaria di
via Roma e il resto da altri quartieri della città e dall’hinterland), che
godono entrambe di un’ottima reputazione, pone un problema di bilanciamento
con altri istituti della città che si
candidano a nuovi futuri riordini. L’Amministrazione comunale si sta sforzando di
tener conto di tutti i fattori in gioco, al fine di produrre magari non “il
miglior dimensionamento di sempre”, ma una proposta che sia quanto più
possibile equa ed omogenea.
30 settembre 2011
Nessun commento:
Posta un commento