Siano abituati alla frontalità. A scuola, davanti al televisore, a
cinema, a teatro, dinanzi a un quadro o a una scultura (pensate a quelle di
Consagra in Piazza Fera/Bilotti). Buona parte della nostra vita si svolge
frontalmente. Ci sono questioni da affrontare, da prendere di petto, anche le
lezioni a scuola sono dette "frontali". E' un punto di vista che ha
il suo controcampo correlato: davanti e dietro le quinte. O si è spettatori o
si è dietrologi. O passività o gossip. "Dentro le quinte" invece è
tutta un'altra cosa.
Siamo nella sua pancia, all'interno del marchingegno. Questa visione da un punto di vista altro
consente di mettere l’accento sul significante, piuttosto che sul significato e
per una volta ci siamo occupati del mezzo e non del messaggio”.
(Open day, Teatro Rendano,
1 marzo)
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