ABC

Fiducia questo difficile alfabeto

Vertrauen, dieses schwerste ABC

Hilde Domin

venerdì 6 aprile 2012

Quello che ti entra nella testa


Buongiorno,
solo due parole per portare i saluti dell’amministrazione comunale. Non mi dilungherò sulla questione della fuga dei cervelli, di cui tanto si parla senza che mai concretamente nulla avvenga per arginarla. Non parlerò neanche da calabrese, perché non lo sono. Sono una specie di emigrata al contrario. La dottoressa Savaglio, da Cosenza, è emigrata verso l’America, la Germania. Io sono romana di nascita ma ho vissuto e studiato a Parigi, dove mi sono laureata e a Madrid, per giungere poi casualmente e inaspettatamente a Cosenza. Quando ero in procinto di partire (avevo avuto un contratto all’Università della Calabria) gli amici e i parenti erano in forte imbarazzo. Non sapevano se complimentarsi  o rammaricarsi. Della serie: complimenti, così giovane, già vai a insegnare all’università e poi… certo… a Cosenza… qualcuno mi disse: a Cosenza?? Ma lì c’è la Salerno-Reggio Calabria! Inutile dire che invece ho trovato una città ospitale e accogliente, tanto che ormai sono qui da quasi 15 anni. Ovviamente, sempre a contratto, precaria.
Conosco il mondo universitario per averlo respirato in famiglia, mio padre è un matematico in pensione, ha insegnato in Italia, dove non ha fatto carriera e all’estero dove invece è stimato e apprezzato. (…)
Quello che colpisce è la distanza abissale nella gestione del quotidiano. In un’intervista al corriere della sera Sandra Savaglio fa un esempio lampante: se ho bisogno di una penna in Italia devo compilare un modellino, in America apro un armadietto e me la prendo. Il problema è che con l’amicizia, la raccomandazione, c’è chi avrà la penna senza bisogno di compilare il modellino. E così si è sempre alla ricerca della via più breve, del sotterfugio. Il concorso truccato – che ormai non desta neanche più scandalo – si pone sullo stesso piano.  Cioè a dire, che occorre partire dal basso e cercare di modificare piccoli comportamenti quotidiani.
Non abbassare la guardia, indignarsi almeno un po’, cercare di contrastare gli ostacoli e i piccoli furti quotidiani, di  non far prevalere quell’atteggiamento miope che a Napoli si riassume nell’interrogativo “chi m’o fa fà”, quella saudade che a Cosenza si definisce “vilienza”. Sapendo che i tempi del cambiamento sono piuttosto lunghi e che difficilmente saremo noi i fruitori di un quadro modificato favorevolmente in termini di civiltà dei comportamenti. Pronti a cogliere una chance (alludo al progetto dei  maestri di strada nei quartieri di Napoli) …confidando in ogni caso in un assunto di base, che è ciò che mi sono sentita di scrivere su questa bandana: “quello che ti entra nella testa nessuno mai potrà levartelo”. Che volentieri doniamo a Sandra, che è un’ottima testimonial.



(Sandra Savaglio incontra gli studenti dell’Istituto “Lucrezia della Valle”, Cosenza 29 febbraio)


decisamente non siamo al centro dell'universo




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ancora questioni di scala

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